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San Polo Medievale: mercanti, cortigiane e devozione

San Polo Medievale: mercanti, cortigiane e devozione

 

Questo itinerario si svolge nel Sestiere di San Polo, partendo dal Ponte di Rialto, per poi finire alla Scuola Grande di San Rocco.

L’itinerario farà conoscere un Sestiere che parla della storia di Venezia cominciando dall’area mercatale di Rialto che fin dai tempi della fondazione contribuì in modo fondamentale allo sviluppo e alla ricchezza della città.

Ancor oggi qui fioriscono attività artigianali e commerciali che ci ricordano la Venezia di un tempo: in questo percorso sarà possibile visitare 3 botteghe legate alla tipicità locale, Tabinotabi, una boutique di abiti e accessori in tessuti naturali secondo le tecniche della tessitura tradizionale, Bluemoon Venice, un laboratorio di maschere, dove il “mascarer” spiegherà la tecnica di lavorazione di questo affascinante accessorio e Monica Daniele, una boutique/atelier di cappelli e tabarri, gli antichi mantelli dei patrizi veneziani.

Allo stesso tempo un’attenzione particolare è dedicata alla devozione veneziana che si lega all’arte, con la visita della Basilica dei Frari (cioè dei frati francescani) e alla tradizione delle Scuole (cioè le confraternite dei mercanti), con la visita della Scuola di San Rocco, che, come altre organizzazioni in città, garantiva un relativo equilibrio sociale occupandosi in modo attento e solerte dei diseredati e dei bisognosi.

Il Sito "Venezia e la sua Laguna" è iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO dal 1987 per il suo Eccezionale Valore Universale, pertanto appartiene a tutti noi: abbiamo il dovere di rispettarlo e conservarlo affinché sia tramandato alle future generazioni.

Il patrimonio culturale del Sito va oltre le mura dei palazzi, delle chiese, oltre le isole e la laguna, ma è anche memoria, identità, comunità, tutti elementi fondamentali per la sua vitalità.
Proprio per questo, a partire dal 2017, la Città ha lanciato la campagna #EnjoyRespectVenezia per sensibilizzare i visitatori e invitarli a mantenere comportamenti educati e corretti durante la loro permanenza, nel rispetto della città e dei suoi abitanti. È importante, per esempio, camminare tenendo la destra, non sostare e sedersi sui ponti, non dare da mangiare ai piccioni, osservare un comportamento consono al luogo che si sta visitando.

  • Durata: circa 3 ore e 40 minuti, in considerazione dell’andatura, della curiosità per certi punti dell’itinerario, delle condizioni atmosferiche o delle pause per riposarsi
  • Lunghezza: circa 2 km 
  • Spostamenti: a piedi
  • Periodo consigliato: qualsiasi stagione dell'anno; nei mesi autunnali - quando può verificarsi il fenomeno dell'acqua alta - in alcuni tratti del percorso previsto dall’itinerario sono allestite passerelle sopraelevate per facilitarne la percorribilità
  • Accessibilità: alle persone con ridotta mobilità si consiglia di prendere il vaporetto linea 1 a Rialto Mercato dopo aver visitato la zona che va dal ponte di Rialto al Campo delle Becarie, per arrivare alla fermata di San Tomá, da cui si potranno raggiungere a piedi - senza incontrare ponti - la Basilica dei Frari e la Scuola Grande di San Rocco nella quale un montascale agevolerà la visita del piano superiore dell’edificio
  • Partenza: Ponte di Rialto
  • Arrivo: Scuola Grande di San Rocco
  • Sestieri: San Polo, passando per Santa Croce nelle Calli dell’Agnella e Bonvicini.
  • Punti di interesse
    1) Il Ponte e l’area di Rialto
    2) Le calli del Castelletto 
    3) La Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari
    4) La Scuola Grande di San Rocco
  • Interconnessione con altri itinerari: il percorso incrocia l’itinerario Il commercio e il potere tra Rialto e San Marco nell'area di Rialto



Chiesa di San Giacometo
ph. Giorgio Bombieri - Comune di Venezia





Calle de la Comedia ci ricorda che qui un tempo sorgeva l’antico teatro di San Cassiano
ph. Gabriele Vattolo - Comune di Venezia



Partenza: Ponte di Rialto

La passeggiata inizia ai piedi del Ponte di Rialto, il simbolo della Venezia dei mercanti, concepito per la prima volta nel Medio Evo, alla fine del 1100, per unire le due sponde del Canal Grande e così il cuore della vita politica di Venezia, cioè San Marco, con la zona commerciale per eccellenza, Rialto.

Questo nome così conosciuto da sempre viene dal latino “rivus altus”, ad indicare la parte più alta delle isole lagunari dove - proprio per proteggerle dalle acque alte - venivano vendute le merci più preziose: in pochi anni qui si sviluppò un mercato che divenne in breve tempo il più favoloso e ricco d’Europa.

Il ponte che ora conosciamo venne fatto costruire sotto il dogato di Pasquale Cicogna dall’architetto Antonio da Ponte tra il 1588 e il 1592 e sostituì in maniera definitiva i vari ponti levatoi in legno che si erano susseguiti nei secoli: con i suoi edifici laterali, adibiti a botteghe, potrebbe essere considerato un centro commerciale ante litteram.

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Ponte di Rialto
ph. Giorgio Bombieri - Comune di Venezia



Tappa 1: Dal Ponte di Rialto alla boutique Tabinotabi (30 minuti)

Scendendo i gradini del ponte, alla sinistra si trova il 500esco Sottoportego degli Oresi, le cui volte conservano ancora parte degli originali affreschi: qui si trovavano un tempo i laboratori e le botteghe degli orafi veneziani la cui fama raggiungeva ogni dove.

Proprio qui, infatti, nella bottega orafa dei fratelli Valentini, nel luglio del 1574, Enrico III di Valois avrebbe voluto acquistare uno stupendo scettro tempestato di gemme: purtroppo per il re di Francia la sua offerta non venne accettata dagli orafi che la considerarono troppo bassa per il prezioso oggetto, ben sapendo che presto un altro re di passaggio avrebbe pagato la somma da loro richiesta.

Ancora oggi nel sottoportego si affacciano le vetrine di tanti negozi e proprio qui si trova Tabinotabi, piccola ma sofisticata boutique i cui capi d’abbigliamento sono tutti esclusivamente confezionati con tessuti naturali, tra i quali spicca il tabinotabi ricavato da un’alga incorporata in una fibra di cellulosa naturale: gli abiti e gli accessori realizzati con questo magico ed ecologico tessuto hanno l’aspetto, la morbidezza e l’eleganza della seta. Sarà per i visitatori un piacere inaspettato provare e indossare capi così esclusivi e compatibili con l’ambiente.

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Sotoportego degli Oresi
ph. Gabriele Vattolo - Comune di Venezia



Tappa 2: Dal Campo di Rialto alla Calle del Scaleter e al laboratorio di maschere Bluemoon Venice (1 ora e 15 minuti inclusa la visita)

Dopo la piacevole sosta presso la boutique Tabinotabi si esce dal Sottoportego per arrivare in Campo di Rialto con le Fabbriche Vecchie, un tempo sede degli addetti al commercio, alla navigazione e all’Annona, costruite tra il 1520 e il 1522 su progetto dello Scarpagnino: qui sorge l’antichissima chiesa di San Giacometo di Rialto, di cui la tradizione fissa la fondazione nell’anno 421 d.c. consacrandola come la chiesa più antica di Venezia. Il doge la visitava annualmente il Giovedì Santo a ricordo delle indulgenze concesse dal Papa Alessandro III nel 1177.

La chiesa fu varie volte ricostruita, sfuggì a un terribile incendio che devastò gran parte del mercato e in fine restaurata nel 1531: San Giacometo fu sempre considerata la chiesa ad uso dei mercanti.
Dall’altra parte del campo si trova la Colonna del Bando - conosciuta come Gobbo di Rialto, per la statua di nano che sostiene i gradini - qui si leggevano i proclami, i bandi e le condanne.
Si entra quindi nel Porticato del Banco Giro, dove un tempo si riunivano i mercanti per le contrattazioni d’affari: il nome viene dalla banca circolante di credito, detta appunto “Banco Giro” istituita da aristocratici mercanti nel XII sec e passata sotto il controllo dello Stato nel 1585.

Si prosegue per Ruga degli Oresi che attraversa una parte dell’antico mercato fino a raggiungere la Ruga dei Spezieri, cioè i mercanti di spezie che conduce il visitatore in Campo delle Becarie il cui nome indica come qui ci fossero i macelli dei “becchi”, cioè dei montoni e altri ovini: a Venezia si consumava carne ovina e gli animali arrivavano vivi dalla Dalmazia o dalla Grecia per essere sacrificati in piccoli macelli prospicienti la Riva degli Schiavoni o qui, nel cuore del mercato.

Questa, infatti, era una zona dove si vendevano i prodotti alimentari più comuni e ancor oggi alla destra del Campo abbiamo la Pescheria e in fondo verso il Canal Grande il mercato delle verdure e della frutta.
La cucina tradizionale veneziana conta vari piatti a base di carne ovina, come la “castradina”, zuppa a base di montone affumicato e verze che si gusta nel giorno della Madonna della Salute, il 21 novembre (anniversario della fine della peste del 1630) e il ragù di “castrà” cioè di montone, da usare rigorosamente con gli gnocchi di patate. 

Nell’area di Rialto sono stati girati alcuni film importanti come The Tourist, con Johnny Depp e Angelina Jolie, Il Mercante di Venezia con Al Pacino e sulla riva di fronte al mercato del pesce ha luogo la famosa scena di Casino Royal, con James Bond interpretato da Daniel Craig, in cui un palazzo viene fatto saltare in aria.

Passato il ponte in fondo al Campo ci si incammina per la Calle del Capeler dove sarà possibile fare una seconda sosta per visitare un “mascarer”, cioè il laboratorio dell’artigiano Bluemoon Venice, che si dedica all’antica arte di creare le maschere, così legate alla cultura e alla tradizione della città.

Usciti dalla bottega delle maschere, si ritorna sui propri passi per passare attraverso il Sotoportego delle Do Spade e davanti alla locanda omonima che fu luogo di una memorabile burla ordita dal Casanova a spese del marito di una bellissima donna su cui egli aveva posato gli occhi: la storia viene raccontata con dovizia di particolari dallo stesso Casanova nelle sue Memorie.

Si entra ora nel labirinto delle calli che risalgono alla Venezia medievale e che conservano ancora i nomi che ci parlano di quell’epoca lontana e straordinaria per la nostra città.
Camminando per Calle della Donzella, dal nome di un’antica osteria, ci si inoltra nel Castelletto, quella parte del sestiere vicino al mercato dove la Serenissima aveva fatto insediare prostitute e meretrici per attrarre i giovani e “distrarli dalla sodomia”: comunque siano andate le cose, qui vivevano ed esercitavano donne di ogni età e per ogni ceto sociale, dalle povere prostitute alle eleganti cortigiane.

Sempre attraverso il dedalo di calli dove si cercava la compagnia di queste “dame” la passeggiata continua passando per il Castelletto, dove un tempo sorgeva la chiesa di San Matteo, per sbucare in Campiello Albrizzi, che prende il suo nome dal 600esco palazzo della famiglia Albrizzi, mercanti di tela di origine bergamasca.

La calle de Rio Terá (canale interrato) de Ca’ Rampani, comunemente chiamata “delle Carampane” - dal nome di una antica famiglia patrizia che lì possedeva alcune case - porta al Ponte delle Tette dove le cortigiane esibivano le loro grazie, cioè i loro seni dipinti con il carminio, per adescare i passanti: da qui la parola veneziana “carampana” per indicare la prostituta.

Si continua per la calle dell’Agnella alla cui sinistra si trova la calle della Comedia che ci ricorda l’antico teatro di San Cassiano e si prosegue per calle dei Bonvicini, subito dopo il ponte dell’Agnella.

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Pescheria, Mercato di Rialto
ph. Comune di Venezia



Tappa 3: Calle del Scaleter e atelier di Monica Daniele (25 minuti)

Alla fine della calle dei Bonvicini, che, come la precedente, prende il nome dalla famiglia che qui viveva, percorrendo la Calle Larga e poi quella del Cristo si sbuca in Calle del Scaleter: questo nome, comune a molte calli nei vari Sestieri, ricorda gli antichi “pasticceri” che sfornavano delle ciambelle su cui venivano impressi dei segni a forma di scala.

Qui, in calle del Scaleter si potrà visitare al numero 2235 il negozio di Monica Daniele, artigiana che produce cappelli e tabarri secondo la tradizione veneziana e veneta.

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Calle del Scaleter

Calle del Scaleter
ph. Gabriele Vattolo - Comune di Venezia



Tappa 4: Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari (40 minuti)

Dopo aver ammirato e provato capi esclusivi e unici, si continua la passeggiata per il Rio Terá Secondo sino arrivare in Campo San Agostin e poi in Campo San Stin, da cui si raggiunge la gotica Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari (francescani in lingua veneziana) che merita una visita per conoscere al suo interno capolavori di arte gotica e rinascimentale, tra cui spiccano i capolavori di Tiziano Vecellio e Giovanni Bellini.

Nel 1229 il doge Jacopo Tiepolo donò ai frati minori dell’ordine di San Francesco un terreno su cui venne costruita una prima chiesa. Quella attuale venne ricostruita tra il 1340 e il 1443 ed è un mirabile esempio dell’architettura gotica conventuale: l’aspetto sobrio, semplice, quasi povero che caratterizza l’esterno dell’edificio corrisponde alla regola di povertà dei francescani, mentre l’interno è ricchissimo di opere d’arte che decorano gli altari e le cappelle delle famiglie patrizie e di alcune confraternite cittadine.

All’interno spiccano i capolavori di Tiziano Vecellio: la Pala per l’altare maggiore con l’Assunta che esalta la dedicazione della chiesa, la Pala Pesaro per l’altare dell’omonima famiglia e nella Cappella della stessa famiglia, la Pala di Giovanni Bellini rappresentante la Vergine con il Bambino e i santi.

Al centro della chiesa rimane l’unico esempio superstite in città di coro gotico ligneo nella sua ubicazione originale, mentre di particolare interesse sono il mausoleo di Tiziano Vecellio, opera canoviana voluta dall’imperatore d’Austria Ferdinando I e quello di Antonio Canova in cui è custodito il cuore dell’artista e la cui concezione risale all’artista stesso, ricalcando il monumento funebre della principessa Maria Cristina d’Austria nella chiesa degli agostiniani di Vienna. http://www.basilicadeifrari.it/.

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Basilica dei Frari

Basilica dei Frari
ph. Giorgio Bombieri - Comune di Venezia



Tappa 5: Campo San Rocco: Chiesa e Scuola Grande di San Rocco (60 minuti)

Dietro la Basilica dei Frari si trova il Campo San Rocco, che prende il nome dalla chiesa qui costruita nel 1489 per ospitare le reliquie del Santo di Montpellier arrivate in quegli anni a Venezia. Il culto del Santo era importante in quanto questi era considerato uno dei protettori dalla peste, flagello che colpiva in quel tempo le città europee.

Nel 1478 viene istituita la Scuola di San Rocco, che sarà una delle confraternite di mercanti più importanti della città fino a entrare nel novero delle Scuole “grandi”. Questo tipo di istituzione si dedicava alle opere di carità e i mercanti che ne facevano parte aiutavano così i poveri, i diseredati, gli orfani: grazie alle Scuole, Venezia poteva contare su un sistema di assistenza unico in quei tempi.

L’edificio che ospita la Scuola Grande di San Rocco fu costruito nel 1517 su progetto di Pietro Bon, allora proto di San Marco, continuato dal suo successore Santo Lombardo, e da Antonio Scarpagnino nel 1549, per poi essere terminato nel 1550 da Giangiacomo de Grigi, dopo la morte dello Scarpagnino nel 1549. L’edificio fu interessato da trasformazioni successive, tra il 1700 e la fine del 1800, e decorato al suo interno da un ciclo di grandi dipinti su tela - teleri -, secondo quella che era la consuetudine delle Scuole.

Jacopo Tintoretto lavorò 24 anni per la Scuola, dal 1564 al 1588, e le grandi tele - teleri - che ne decorano le pareti e i soffitti, attraverso la rappresentazione di momenti del Vecchio e del Nuovo Testamento, descrivono in maniera allegorica le azioni di carità svolte dai ricchi mercanti nei confronti dei poveri e bisognosi della città. http://www.scuolagrandesanrocco.it/. 

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Chiesa e Scuola Grande di San Rocco
ph. Giorgio Bombieri - Comune di Venezia



Informazioni utili

  • Campi e aree di sosta nelle vicinanze: lungo il percorso non s'incontrano aree di sosta attrezzate, anche se sono presenti alcuni ampi spazi dove riposare come i Campi di Rialto, di San Agostin, di San Stin, dei Frari e di San Rocco. È bene sapere che, come ricordato dalla campagna #EnjoyRespectVenezia, non ci si può sedere per terra, su ponti e gradini nè fare pic-nic e si deve sempre tenere un comportamento consono nel rispetto della città e dei suoi monumenti
  • Bagni pubblici a pagamento: in Campo Rialto Novo
  • Fontanelle pubbliche: in Campo di San Giacomo di Rialto e in Erbaria

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