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Venezia diversa dal solito: vita a Villa Foscari "Malcontenta"

Venezia diversa dal solito: vita alla villa Malcontenta

In un’area urbana popolosa, che si estende fra Venezia e Padova, l’antico alveo del fiume Brenta si dirama a Stra e scorre lungo la pianura da ovest a est per sfociare in laguna a Fusina.

Oltre ad essere rimasto uno tra i pochi corsi d’acqua dolce che ancora oggi si riversano in laguna, il naviglio del Brenta ha rivestito una grande importanza nei secoli come via di comunicazione privilegiata tra Venezia e il padovano.

Tutta la Riviera del Brenta è infatti un’area di elevato valore storico e paesaggistico per la presenza di numerose ville costruite tra il Cinquecento e il XVIII secolo dall’aristocrazia veneziana.

Nemmeno il tratto orientale del naviglio, che si trova all’interno del territorio del Comune di Venezia, non fa eccezione con le sue testimonianze di eccellenza.




Fig.1 - Villa Foscari "la Malcontenta"


Ancora oggi il modo migliore per entrare in sintonia con questo mondo è sicuramente quello di attraversarlo in barca (ma non è l'unico, ci si può arrivare anche in auto, in bici o a piedi) risalendo il naviglio come facevano già i veneziani in passato: dopo qualche manciata di minuti di navigazione da Fusina e superate un bel po’ di anse, appare alla vista, tra pioppi e salici piangenti, il palazzo che Andrea Palladio ha progettato al ritorno dal suo ultimo viaggio a Roma (1554) e costruito per i “due magnifici fratelli de’ Foscari, Nicolò e Alvise”1: Villa Foscari “la Malcontenta”, appunto.

Non racconteremo la storia dell’edificio o di come sia fatto…chi avesse voglia di scoprirlo troverà sterminate informazioni bibliografiche e nutrite referenze sul web. Ci piacerebbe invece avvicinarci a questa magnificente villa in modo insolito: un modo che non racconti la storia dell’edificio, bensi la sua vita recente.

Partiamo da una fotografia pubblicata nel 1909 da Fritz Burger in un attento studio sulle ville di Andrea Palladio2. Le immagini che accompagnano il testo sono infatti molto preziose, perché ritraggono per la prima volta molte delle ville localizzate nella campagna veneta, e testimoniano uno sconcertante stato di abbandono.

Priva di porte e finestre e addirittura di una delle due scalinate, la foto di Burger ci restituisce una Villa Foscari dall’aspetto lugubre



Fig2. - Villa Foscari come fu ritratta da Burger nel 1909.

 

Eppure si tratta di una villa talmente eccezionale che appena costruita ha ospitato il nuovo re di Francia, Enrico III in una visita ufficiale alla Serenissima nel 1574 (ancora oggi un’eco di quelle lontane memorie è celebrata la seconda domenica di settembre in occasione dell’iniziativa “Riviera Fiorita” con la consueta partecipazione del corteo acqueo di imbarcazioni storiche da parata della città di Venezia).

Ma alla fine dell'Ottocento, crollati i manufatti costruti attorno nei secoli successivi, il corpo della villa era un volume isolato, utilizzato come granaio (quando lo fotografa Burger), poi come deposito militare durante la prima guerra mondiale, e infine tristemente abbandonato a se stesso.

Le cose cambiano solo nel 1924, quando a comprare la villa è Albert "Bertie" Landsberg, un gentleman inglese di origini ebraiche e dal passaporto brasiliano.

Visitata nella primavera di quell’anno, di lì a poco si trasferì da Parigi assieme al compagno Paul Rodocancachi (architetto dilettante, frequentava Jean-Michel Frank e Diego Giacometti) e alla moglie del barone d’Erlanger, Catherine (la baronessa invece era familiare con Proust, Paul Morand e Bergson). Il terzetto avvierà ben presto un restauro guidato da una sensibilissima concezione della conservazione di un monumento antico e un rispetto assoluto verso l'edificio.

In contrasto con le tendenze del restauro allora in voga non c’è nulla che sia “rifatto” in modo irreversibile: ad esempio per cogliere lo spazio architettonico, l’arredo è minimo e i pochi mobili, disegnati da Rodocancachi, sono realizzati dal falegname locale.

Il recupero degli affreschi, ricoperti da strati di pittura e calce, diventa un'avventura intellettuale dove gli interlocutori sono tra i più influenti storici dell’arte dello scorso secolo come Rudolf Wittkower e Kenneth Clark, e la progressiva svelatura è effettuata dai padroni di casa e dagli ospiti che fanno parte di quell’universo di artisti, intellettuali, eccentrici ed eruditi che si muovono fra Parigi, Londra e Venezia (per citarne alcuni Misia Sert, la madame Verdurin di Proust, Le Corbusier, Sergej Djagilev, Cole Porter, Arthur Rubinstein, Serge Lifar, Oliver Messel, Winston Churchill, Cecil Beaton…).
Erano gli anni in cui Venezia si misurava con la modernità: il porto di Venezia, il progetto del ponte translagunare, il polo industriale di Marghera, la Biennale e il festival del Cinema al Lido, i quartieri di edilizia popolare...

In quegli anni il Lido di Venezia e la Malcontenta respireranno un’aria nuova e di portata internazionale che attraverserà tutta la Città fino a quando le leggi razziali prima, e la guerra poi, cancellarono una stagione senza precedenti.

La vita alla Malcontenta quindi si arresta. Landsberg vi rimase finché poté e poi la regalò all’aristocratico Claud Phillimore, che la abitò a lungo per poi cederla ad Antonio Foscari, lontano discendente di quei Foscari che si affidarono a Palladio quasi cinquecento anni fa.

La nostra breve sintesi è tratta dal libro “Tumulto e Ordine”3, scritto proprio da Antonio Foscari: l’autore, con garbo e sensibilità, svela una narrazione le cui tracce si conservano tra i libri degli ospiti, i racconti di chi allora era lì e la Storia che ha percorso il “secolo breve”.

Robert Byron, autore di quel “The Road to Oxiana” ritenuto da Chatwin il miglior libro mai scritto da un viaggiatore, il giorno prima di partire per l’Asia centrale è a sorseggiare il tè con Bertie e Catherine, alla Malcontenta.

A proposito di quel pomeriggio di agosto del 1933 scrive:

«Ero con Diana sul prato sottostante il portico, in quei minuti che precedono il crepuscolo in cui la luce diffusa fa risaltare più chiaramente ogni elemento dell’idea architettonica. L’Europa non avrebbe potuto darmi addio più tenero di questa trionfante affermazione di razionalità europea. […] Nella villa hanno acceso le candele. Lifar comincia a danzare»4.

 

Crediti fotografici:
Fig.1 lamalcontenta.com
Fig.2 Universitätsbibliothek Heidelberg

 

1ANDREA PALLADIO, I Quattro Libri dell'Architettura, De Franceschi, Venezia 1570, Libro Secondo

2Fritz Burger, Die Villen des Andrea Palladio: ein Beitrag zur Entwicklungsgeschichte der Renaissance-Architektur — Leipzig, 1909

3Antonio Foscari Widman Rezzonico, Tumulto e ordine, Malcontenta 1924 – 1939, Electa, Milano 2014,
prima edizione in lingua inglese “Tumult and order: Malcontenta 1924-1939”, Lars Müller, Zürich, 2012

4Robert Byron, La via per l’Oxiana, traduzione di Maria Grazia Bellone, Adelphi, Milano, 1993, 7ª ediz., la citazione è riportata da Antonio Foscari come introduzione al suo testo.

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