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Giardini, moda, arte e tavoli verdi: tutti i colori dello shopping e del divertimento a Venezia

Giardini, moda, arte e tavoli verdi: tutti i colori dello shopping e del divertimento a Venezia

Visualizza la mappa a schermo intero e consulta il tracciato dell'itinerario proposto con i suoi principali punti di interesse

Se state organizzando un viaggio d’affari a Venezia, ritagliatevi almeno una giornata da dedicare all’arte e allo shopping tra i luoghi della cultura e quelli più chic e mondani della città.
Con questa bella passeggiata nel cuore di Venezia entrerete in alcune delle chiese più ricche di tesori artistici e nei musei meno conosciuti, esplorerete le boutique e i negozi della calle più famosa per gli acquisti e scoprirete alcune storiche tessiture artigianali, per concludere in bellezza con una visita al Casinò di Venezia. Potete scegliere se fare tutto il tour a piedi oppure, in alternativa, raggiungere in gondola alcune tappe del percorso. 

L’itinerario, della durata di circa tre ore, comprende gli spostamenti a piedi, gli attraversamenti del Canal Grande con la gondola traghetto e gli ingressi nelle chiese visitabili, a cui si può aggiungere la visita a un museo o a una mostra. L'itinerario può iniziare da una qualsiasi delle sue tappe e può avere di conseguenza durata e lunghezza variabili a seconda delle proprie esigenze.

È bene sapere che la Città di Venezia, dal 2017, ha lanciato la campagna di sensibilizzazione #EnjoyRespectVenezia per la promozione di un turismo sostenibile. Vi chiediamo di mantenere sempre comportamenti responsabili e rispettosi della città, tra cui:

    • Non sostate sui ponti
    • Camminate mantenendo la destra
    • Comprate merce dai rivenditori autorizzati
    • Rivolgetevi a guide turistiche autorizzate.

  • Durata: 3 ore + 1 ora di visita di un museo o di una mostra a scelta
  • Spostamenti: A piedi e/o in gondola o in vaporetto
  • Periodo consigliato: Tutte le stagioni
  • Accessibilità bambini:
  • Disabili: Parziale
  • Partenza: Giardini Reali di Venezia - Sestiere San Marco
  • Arrivo: Ca' Vendramin Calergi - Sestiere Cannaregio
  • Sestieri: San Marco, San Polo, Santa Croce, Cannaregio
  • Principali punti di interesse:
    1. Giardini Reali di Venezia
    2. Chiesa di San Moisè
    3. Chiesa di Santa Maria del Giglio
    4. Gran Teatro La Fenice
    5. Campo Sant’Angelo
    6. Casa Museo Fortuny
    7. Casa Carlo Goldoni
    8. Basilica dei Frari
    9. Campo San Giacomo dell’Orio
    10. Museo di storia naturale
    11. Ca’ Vendramin Calergi

Giardini Reali di Venezia

I Giardini Reali di Venezia sono protetti dal Codice dei Beni Culturali per il loro valore storico e paesaggistico.
ph. Giorgio Bombieri - Comune di Venezia

Partenza: Giardini Reali di Venezia

La passeggiata inizia ai Giardini Reali, affacciati sul Bacino di San Marco, dove subito rimarrete incantati dall’originalità e dall’esuberanza botanica di questo spazio verde, fatto di ombre, luci e colori sempre mutevoli al variare delle stagioni. Ogni mese si susseguono nuove fioriture, fino a un massimo effetto in luglio, quando sbocciano cinquemila Agapanthus blu e bianchi.

La storia dei Giardini Reali risale agli inizi dell’Ottocento, quando Napoleone progetta di trasformare l’Area Marciana per costruirvi un nuovo Palazzo Reale, la cosiddetta Ala Napoleonica, e allo stesso tempo dotare il palazzo di un giardino, direttamente collegato da un ponte levatoio.

Alle estremità del giardino furono realizzati una serra, sul Ponte della Zecca, verso la piazza, e dalla parte opposta un padiglione in stile neoclassico, il Cafehaus, usato in estate come luogo di svaghi per la corte e come serra in inverno. Con l’entrata di Venezia nel Regno d’Italia, il padiglione fu aperto al pubblico come “esercizio del caffè”.

Oggi, dopo un importante intervento di restauro terminato nel 2019, i Giardini Reali hanno recuperato la loro magnificenza e il disegno originario. La visita è gratuita, vi suggeriamo di sedervi per bere un caffè o un aperitivo ai tavolini del Padiglione del Caffè prima di proseguire la passeggiata.

Informazioni utili

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Giardini Reali

I Giardini Reali di Venezia, uno spazio verde a due passi da Piazza San Marco
ph. Giorgio Bombieri - Comune di Venezia

 

Tappa 1: Calle Larga XXII marzo - Chiesa di Santa Maria del Giglio


Per gli amanti dell’alta moda, è d’obbligo una passeggiata lungo Calle Vallaresso, Salizzada San Moisè e Calle Larga XXII Marzo.
Si raggiungono in una manciata di minuti uscendo dai Giardini Reali e dalla caffetteria e dirigendosi verso destra per entrare in Calle Vallaresso. 

Lungo questo tratto del percorso incontrerete almeno tre stazi dove potrete noleggiare una gondola per arrivare direttamente al Palazzo del Casinò in poco più di un’ora: durante il tragitto avrete così il tempo di farvi ispirare dai suggerimenti dei gondolieri, sempre disponibili a fornire informazioni sulla città.

Calle Vallaresso è conosciuta per essere meta dello shopping di lusso: qui trovano spazio le boutique dei brand più blasonati del made in Italy e di altri brand internazionali e i negozi di design, dove potrete acquistare i capi alla moda delle maison più importanti o i pezzi d’artigianato più ricercati.

Alla fine di Calle Vallaresso, svoltando a sinistra, si incrocia la Salizzada san Moisè. La parola veneziana “salizzada” ha una storia particolare: si chiamano così le strade più larghe della città che furono anche le prime a essere lastricate.
Un’altra curiosità riguarda invece Calle Ridotto, che si incontra sulla sinistra proseguendo lungo la salizzada. Il nome di questa calle deriva dal fatto che l’antico Palazzo Dandolo, oggi sede di un hotel, dal 1638 era utilizzato come “Ridotto” pubblico, cioè come locale per il gioco d’azzardo, feste e incontri amorosi. Chiuso nel 1774, il palazzo fu restaurato nel 1936 con l’intenzione di farlo diventare il casinò di Venezia, ma ciò non fu possibile e così negli anni Cinquanta si scelse come nuova sistemazione Ca’ Vendramin Calergi, ultima tappa di questa passeggiata.

Giunti in Campo San Moisè, non potrete non notare la facciata barocca della chiesa che dà il nome al campo, risalente alla metà del Seicento. Osservando più attentamente il suo campanile, con la cupola in mattoni tipica delle chiese trecentesche, si intuisce che l’aspetto barocco ne è solo l’ultima evoluzione: la costruzione originaria della chiesa risale infatti all’VIII secolo, a cui sono seguite successive riedificazioni. All’interno, nella cappella di sinistra, è custodito un dipinto di Tintoretto, La lavanda dei piedi, e un’Ultima Cena attribuita a Palma il Giovane. Sopra l’ingresso principale è collocato un grande organo della metà del Settecento, impreziosito da articolate decorazioni lignee.  

Uscendo dalla chiesa si prosegue oltre il ponte per immettersi in Calle Larga XXII Marzo, caratterizzata da lussuose boutique di alta moda. Una passeggiata è d’obbligo concentrando l’attenzione di volta in volta su borse, vestiti, articoli di pelletteria ma anche su prodotti locali confezionati a mano come perle, oggetti in vetro di Murano, tessuti. Questa calle prende il nome dalla data di liberazione della città dagli austriaci e dal fatto che è stata allargata, nel 1880, per assicurarsi una direttrice più comoda per connettere il centro con il resto della città.

Percorrendo quasi tutta la calle, prima di arrivare al Ponte delle Ostreghe, si incontra il negozio di tessuti artistici e di interior design della tessitura Fortuny. Si tratta di una delle tre storiche tessiture artigianali sorte in città, dove ancora oggi prendono vita sete, velluti, damaschi e broccati che poi finiscono in tutto il mondo, dalla Scala di Milano alla Sala Ovale della Casa Bianca, dal Palazzo Reale di Stoccolma al Cremlino a Mosca.
Per conoscere i tessuti artistici di Mariano Fortuny, uno dei più grandi stilisti e designer della prima metà del Novecento, noto soprattutto per i suoi abiti raffinati, potrete visitare anche la residenza atelier dell’artista, oggi sede del Museo Fortuny, prossima tappa di questo itinerario. Se amate stoffe e tessuti preziosi, non perdete l’occasione di visitare anche le altre due rinomate tessiture artigianali che hanno sede a Venezia, Rubelli e Bevilacqua.

Forse vi sarete chiesti perché ponte e calle “delle Ostreghe” sono chiamati con questo curioso nome: è semplice, probabilmente qui era il luogo dove un tempo venivano vendute le ostriche. Lungo questo breve tragitto si trovano ora negozi di design e di antiquariato. Alla fine della calle delle Ostreghe si arriva al Campiello di Santa Maria Zobenigo, dominato dalla maestosa facciata bianca della omonima chiesa, conosciuta anche come Chiesa di Santa Maria del Giglio. Questo nome deriva dalla famiglia Jubanico, che nel IX secolo avrebbe fondato l’edificio sacro. La chiesa, come la si vede oggi, è il risultato di diverse ristrutturazioni, mentre la facciata è stata ricostruita nella seconda metà del Seicento con lo stile tipicamente barocco dell’epoca. Voluta dalla famiglia Barbaro, è un monumento che celebra i successi militari riportati da Antonio Barbaro, Capitano da Mar della Serenissima: sono visibili le effigi del capitano e dei suoi quattro fratelli, e le raffigurazioni dei luoghi delle battaglie marinare vinte in nome della Repubblica di Venezia.

Informazioni utili

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Chiesa di Santa Maria del Giglio

La maestosa facciata della Chiesa di Santa Maria del Giglio
ph. Giorgio Bombieri - Comune di Venezia

 

Tappa 2: Campo Santa Maria Zobenigo – Casa-Museo Fortuny

Lasciata la chiesa sulla sinistra, si prosegue verso Calle del Piovan o Gritti. 
Dal canale potrete ammirare il retro del Gran Teatro la Fenice - riconoscibile dalla fenice scolpita sulla parete d'angolo - caratterizzato dalla grande pensilina che protegge la porta d’acqua.
Il teatro è aperto alle visite tutti i giorni e ospita una mostra permanente dedicata a Maria Callas e ai suoi anni di attività a Venezia.

Svoltate a sinistra lungo Fondamenta della Fenice, percorrete il ponte storto e poi Calle dei Callegher subito a destra. Proseguite sul ponte verso Calle Caotorta per arrivare in Campo Sant'Angelo. Questo campo deve la sua ampiezza al fatto che la chiesa che lo dominava fu demolita nel 1837 e mai più ricostruita. Da qui si può ammirare Palazzo Duodo, il palazzo d’angolo rosso, dove abitò e morì il celebre compositore Domenico Cimarosa, e il campanile pendente della Chiesa di Santo Stefano.

Tagliando in diagonale il campo si nota dalla parte opposta il palazzo Gritti Morosini (civico 3832) e proseguendo si giunge all’angolo dove si imbocca la Calle dei Avvocati, così chiamata perché ancora oggi vi si trovano diversi studi legali. La calle, verso il campo, è caratterizzata da un edificio da cui sporgono delle travature in legno all’altezza del primo piano.

Prendendo il Ramo Michiel a destra, si arriva in Campo San Beneto. Qui si trova la casa-museo di Mariano Fortuny, dove l’artista spagnolo visse dal 1898 al 1949, anno della sua morte. Definito un eclettico e un innovatore delle arti, Fortuny è stato allo stesso tempo stilista, scenografo, pittore, fotografo e designer. Vi consigliamo di non perdervi la visita di questo museo: vivrete un’esperienza unica in uno spazio raffinato ed elegantemente arricchito da dipinti, impianti illuminotecnici, abiti, tessuti, colori e tinture. La visita dura circa mezz’ora.

Nel periodo di vita trascorso a Venezia, Fortuny ha fondato con la moglie Henriette Negrin il primo atelier per la produzione di tessuti dove insieme a lei ha creato Delphos, l’abito in seta plissettata che lo ha reso famoso in tutto il mondo.
Mariano Fortuny ha partecipato da protagonista alla vita culturale veneziana, grazie alla quale ha scoperto la filosofia di Richard Wagner, dalla cui musica ha tratto ispirazione per creare le proprie opere d’arte, interessandosi anche di scenografia e illuminotecnica, compiendo dunque una fusione tra musica e pittura teatrale. Uno dei fili conduttori di questo itinerario è proprio il legame tra le espressioni artistiche di Mariano Fortuny e quelle di Richard Wagner: l’ultima tappa termina infatti a Ca’ Vendramin Calergi, dove il compositore tedesco ha vissuto gli ultimi mesi della sua vita.

Usciti dal museo, fermatevi a osservare una particolarità tutta veneziana che caratterizza questo campo, come molti altri della città: il campo, infatti, è rialzato rispetto alla strada di circa 70 centimetri. Il rialzo, a un’altezza tale da non essere raggiunto dall’acqua salata in caso di alta marea, costituiva un tempo una vera e propria cisterna per la raccolta dell'acqua piovana, che qui veniva convogliata attraverso i tombini posti ai quattro lati, per poi essere attinta dalla vera da pozzo situata al centro.

Lasciato il museo alle spalle, prendete di nuovo a sinistra e imboccate il Ramo del Ponte de l'albero. Dopo aver attraversato il ponte proseguite a destra per sbucare in Corte dell’Albero. Si prende poi a sinistra Ramo Narisi e si prosegue percorrendo un ponte di ferro che conduce in Piscina San Samuele. Il nome Piscina deriva dalla funzione che il luogo aveva in passato. Le piscine infatti, prima di essere interrate e rese calpestabili, erano un tempo spazi acquei dedicati alla pesca e all’esercizio del nuoto. 

In piscina San Samuele si può visitare lo showroom di Rubelli, rinomata tessitura veneziana in attività dal 1835, specializzata in tessuti per arredamento e velluti esclusivi lavorati ancora oggi su telai a mano. Accanto allo showroom si trova l’archivio storico Rubelli, dove è custodita una raccolta di oltre 6000 tessuti a partire dal XV secolo. L’archivio è visitabile su appuntamento.

Da qui è possibile prendere Calle del Traghetto o Ca’ Garzon che conduce alla gondola traghetto, un'ottima alternativa al vaporetto, che vi permetterà di attraversare in pochi minuti il Canal Grande a bordo di un'imbarcazione a remi, adibita ad ospitare fino a 12 persone.

Informazioni utili

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Casa Museo Fortuny

Una sala della Casa-Museo di Mariano Fortuny, impreziosita da raffinati dipinti, sculture e tessuti
ph. Massimo Listri - Archivio fotografico Fondazione Musei Civici di Venezia

 

Tappa 3: Casa-Museo Fortuny - San Marcuola

Una volta scesi dalla gondola traghetto, proseguite lungo la fondamenta, girate a sinistra per la Calle del traghetto e vi troverete in Campiello San Tomà.
Girate a destra verso il canale e poi ancora a destra dove scorgerete subito un ponte e il palazzo sovrastante: è il quattrocentesco Palazzo Centanni, dove nel 1707 è nato il commediografo Carlo Goldoni e vi ha negli anni successivi trascorso l'infanzia.
Se avete circa mezz’ora a disposizione, vi consigliamo una visita alla casa museo del maestro. Qui ammirerete i caratteristici spazi di un palazzo veneziano, con la piccola corte e la porta d’acqua al piano terra e l’abitazione vera e propria al primo piano, dove è conservato anche un piccolo teatro di marionette risalente al Settecento.

Lasciato il museo, si prosegue per un percorso all’insegna dello shopping di design e artigianato, in botteghe e atelier dove potrete trovare borse, gioielli, accessori, modelli in miniatura di barche veneziane e oggetti in vetro di Murano.
Dal museo si prosegue quindi lungo calle Nomboli e poi Rio terà dei Nomboli. Girate a destra in direzione Rialto - San Marco. I cartelli gialli indicano la direzione principale. Dopo circa una decina di metri incontrerete Calle seconda dei Saoneri.
Arrivati in fondo, girate a sinistra in direzione Ferrovia – Piazzale Roma.

Una volta giunti sulla fondamenta, si gira a destra e, ancor prima di proseguire lungo la Fondamenta dei Frari, lo sguardo viene catturato dall’imponente Basilica dei Frari, chiesa che custodisce splendidi capolavori pittorici di Tiziano Vecellio e di Giovanni Bellini, oltre alle tombe dello stesso Tiziano e di Antonio Canova.
Una visita è d’obbligo a questo importante patrimonio architettonico e artistico della città, che richiederà poco più di mezz’ora.

Dalla Fondamenta dei Frari proseguite verso il ponte e poi subito dopo a destra, in Calle della Chiesa. Si arriva quindi in Campo San Stin, e si imbocca la prima calle a destra, Calle di Ca’ Donà o del Spezier.
Proseguite nella stessa direzione fino ad arrivare in Calle del Calice, per seguire l’indicazione "Al vaporetto San Stae". Giunti in Campo San Boldo, noterete subito ciò che resta di un antico campanile addossato a un palazzo, a memoria della chiesa che qui sorgeva, demolita nell’Ottocento. L’antica chiesa era dedicata a Sant’Ubaldo, da cui deriva il nome Boldo.
Si prende poi il ponte a sinistra. Anche da qui, se si vuole, è possibile prendere una gondola a noleggio per proseguire il percorso.

Se invece si continua a piedi, si gira a sinistra e poco dopo si arriva in Campo San Giacomo dell'Orio. Il campo offre alcune panchine per una sosta all'ombra, una fontanella per bere e diverse osterie e trattorie dove ristorarsi.
Il centro di questo grande campo è occupato dall’abside della chiesa di San Giacomo dell’Orio. In realtà la chiesa è intitolata all’apostolo San Giacomo Maggiore ma probabilmente il nome Orio deriva dall’unione delle parole dal-rio. Una curiosità riguarda la posizione della facciata della chiesa, rivolta verso il rio e non verso il campo. 

Si prosegue lasciando l‘abside della chiesa a sinistra verso il ponte e, girando di nuovo a sinistra lungo una stretta calle, si giunge nella Salizada del Fontego dei Turchi. Da qui la posizione è ideale per un colpo d’occhio della facciata incompiuta della Chiesa di san Marcuola, al di là del Canal Grande.

Si passa a fianco del Museo di storia naturale, uno degli undici musei civici di Venezia, nel quale sono raccolte diverse collezioni naturalistiche. Il museo è dotato anche di un caffè al piano terra, con tavolini esterni affacciati su un grazioso giardino. L'edificio nel quale il museo è ricavato è un prestigioso palazzo, il Fontego dei Turchi, che si affaccia sul Canal Grande. La facciata principale, che dà sul canale, è visibile di scorcio da bordo acqua, oppure dal vaporetto, quando si attraversa il Canal Grande per raggiungere Ca’ Vendramin Calergi.
Il palazzo come si vede oggi è frutto della ricostruzione avvenuta a partire dal 1860, quando l’edificio è diventato di proprietà del Comune di Venezia. La sua storia, come si può facilmente intuire dalla toponomastica, è strettamente legata ai Turchi. Si chiama infatti Fontego dei Turchi poiché era la casa-fondaco (ovvero magazzino) dove la Serenissima nel 1621 aveva permesso ai mercanti turchi di stabilirsi, qui rimasti fino al 1838. Per separare le attività dei turchi dal resto della città, il palazzo ha subito diverse modifiche rispetto alle sue forme originarie, risalenti al Trecento. Al piano terra i turchi avevano ricavato i propri magazzini, uno spazio per la moschea e per il bagno turco, mentre i piani superiori erano destinati agli alloggi.

Se amate i tessuti artigianali per l'arredamento e l'alta moda, vi suggeriamo a questo punto una deviazione verso la tessitura Luigi Bevilacqua, che dista poche centinaia di metri dal Museo di storia naturale.
Si prende Calle dei preti a fianco la Chiesa, che di fatto affianca la chiesa di San Zan Degolà, e poi a sinistra, superata la facciata della chiesa, si attraversa il ponte, proseguendo lungo la fondamenta a destra. Dopo circa una trentina di metri giungerete alla storica tessitura Luigi Bevilacqua, che dal 1875 produce tessuti preziosi utilizzando ancora oggi telai del Settecento, recuperati dall'antica Scuola della seta della Serenissima.

Per raggiungere l'ultima tappa, dal Museo di Storia Naturale in pochi minuti si arriva seguendo le indicazioni alla fermata San Stae per prendere un vaporetto in direzione Ferrovia - Piazzale Roma. Dopo solo una fermata, sarete sul lato opposto del Canale, alla fermata San Marcuola.

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Campo San Boldo

Campo San Boldo, dominato dal campanile che rimane a memoria della chiesa di Sant'Ubaldo, demolita nell’Ottocento
ph. Giorgio Bombieri  - Comune di Venezia

 

Tappa 4: San Marcuola - Ca' Vendramin Calergi

Una volta giunti a San Marcuola, si procede per Calle San Marcuola, arrivati all’incrocio con Rio Terà drio la chiesa si gira a destra verso il ponte storto e si prosegue per pochi metri lungo la Fondamenta a sinistra, poi si gira a destra fino a giungere al numero civico 2040, dove si trova il portone d’ingresso di Ca’ Vendramin Calergi, sede del Casinò di Venezia. Questo imponente palazzo, affacciato sul Canal Grande e dotato di un bel giardino, è stato ultimato nei primi anni del Cinquecento dall’architetto Mauro Codussi, mentre l’ala che delimita il giardino risale alla metà del Seicento.

Il Casinò di Venezia è la casa da gioco più antica al mondo: fondata nel 1638, aveva originariamente sede al Ridotto di San Moisè, vicino alla chiesa e al campo citati nella prima tappa di questo itinerario.
Oggi Ca’ Vendramin Calergi, oltre al Casinò, ospita anche il Museo Wagner, dove potrete visitare l’appartamento in cui soggiornò Richard Wagner negli ultimi mesi di vita. Il compositore morì proprio in una di queste stanze.
Una targa commemorativa, sul muro di cinta in mattoni che dà sul Canal Grande, riporta l'iscrizione in versi del ricordo del poeta Gabriele D’Annunzio.

Durante il periodo di residenza a Venezia, Wagner aveva occupato tutto il piano mezzanino del palazzo con la sua famiglia riservando per sé le stanze dove ora ha sede il museo. Sono esposti in queste sale manoscritti e altri cimeli raccolti dall’associazione Richard Wagner di Venezia, che costituiscono nell'insieme la più grande raccolta privata dedicata a Wagner al di fuori di Bayreuth.

A Venezia, prima di morire il 13 febbraio del 1883, il musicista tedesco aveva terminato la seconda parte del Parsifal e nel 1882 aveva diretto il concerto della vigilia d Natale in una delle sale Apollinee del Teatro la Fenice. Dopo il concerto, lo stesso compositore fece dono al Conservatorio di musica di Venezia della sua bacchetta da direttore d’orchestra e del leggio, oggi custoditi a Palazzo Pisani, nel Museo della Musica del Conservatorio Benedetto Marcello.

Informazioni utili

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Ca' Vendramin Calergi

Ca' Vendramin Calergi, palazzo cinquecentesco affacciato sul Canal Grande, sede del Casinò di Venezia
ph. Comune di Venezia

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Fonti

  • Guida Rossa Touring Club Italiano, Venezia, La biblioteca di Repubblica, 2005

  • Giulio Lorenzetti, Venezia e il suo estuario, 1974

  • Giuseppe Tassini, Curiosità veneziane. Ovvero origini delle denominazioni stradali di Venezia, Filippi editore Venezia


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